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La moda italiana si appresta a superare la soglia dei 100 miliardi dopo un rallentamento nella traiettoria di crescita del 2022, ma sempre con un focus sulla valorizzazione del Made in Italy , della continuità generazionale e della sostenibilità.

L’ultima analisi sui trend economici della Moda della  Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI)  ha confermato 12 mesi positivi per il settore, rivedendo al rialzo le stime di crescita dei ricavi dal 16% al 18% a 98,3 miliardi di euro, trainati dall’export a 80,8 miliardi (+19 %).

Protagonisti tra i player nei primi 10 mesi per la filiera abbigliamento, pelletteria e calzature gli Stati Uniti (+51,9%), la Corea del Sud (+30,2%), oltre a Cina e Giappone. Per quanto riguarda il 2023, le previsioni segnano un aumento del 4%, che porterebbe il business della moda e dell’indotto a 102,2 miliardi.

Le esportazioni potrebbero raggiungere gli 86,9 miliardi (+7,5%). «Restiamo cauti nelle nostre stime di aumento dei prezzi. Quelli industriali della filiera sono cresciuti del 7,1%, ma l’inflazione al consumo dei prodotti è rimasta comunque inferiore alla media. Permangono però fattori di incertezza rispetto allo scenario internazionale e costi energetici non ancora stabilizzati», ha dichiarato il presidente di Cnmi Carlo Capasa

Il rallentamento del settore vedrà in particolare un profilo di stagnazione per la prima metà dell’anno per poi riprendersi nella seconda metà. «Abbiamo chiesto al governo di favorire le fusioni tra piccole imprese. Dobbiamo cercare di fare attività a sostegno delle Pmi come creare una digitalizzazione diffusa nei distretti.

Dopo la perdita di valore d’acquisto per tante classi di lavoratori della moda, abbiamo invocato il welfare aziendale per metterli in condizioni migliori», ha proseguito Capasa. «Il fatturato interno è il dato più alto degli ultimi 20 anni, che dimostra la capacità del settore di adattarsi a situazioni economiche complicate. La moda è rimasta competitiva nonostante l’inflazione e la guerra in Ucraina», ha aggiunto in collegamento video il sindaco di Milano Beppe Sala.

“Lavoro, innovazione, sostenibilità, ma anche internazionalità e dinamismo. Queste le parole chiave di questa Milano Fashion Week , che sottolineano il ruolo strategico e fondamentale della moda per l’Italia e la riaffermazione della città come capitale della moda”.

Gli ha fatto eco Alessia Cappello, assessore allo sviluppo economico e alle politiche del lavoro con particolare attenzione al commercio, alla moda e al design del Comune di Milano: «Gli obiettivi dell’accordo bilaterale tra Comune e Cnmi riguardano sostenibilità, nuovi talenti e la valorizzazione della filiera del Made in Italy.

Le sfilate saranno in totale 59, di cui 54 fisiche, 70 presentazioni e 29 eventi. Anche se questa edizione non avrà in scaletta Versace, dato che la Maison presenterà le sue sfilate uomo e donna autunno-inverno 2023 il prossimo 10 marzo a Los Angeles, saranno numerosi i debutti, come quello del designer giapponese Tomo Koizumi, supportato da Dolce&  Gabbana , in programma domenica, e i brand AVAVAV e Alabama Muse, che saranno presentati con uno show digitale.

Infine, il sostegno di CNMI alle tematiche green e ai creativi emergenti sarà testimoniato dai tre progetti Designers for the Planet , A Global Movement to Uplift Under-rappresented brands, e Mfw Forward

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