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Analisi della Guerra Civile in Sudan: Cause, Effetti e Tentativi di Risoluzione

La guerra civile che attanaglia il Sudan da oltre due anni continua a sconvolgere il paese, con pochi segni di una risoluzione imminente. Nelle prime ore del 15 aprile 2023, le Forze di supporto rapido (RSF), una forza paramilitare sudanese, hanno lanciato un attacco strategico alla pista di atterraggio militare nella città di Merowe, estendendo il loro controllo su posizioni chiave nella capitale, Khartoum. Questo evento ha scatenato violenti combattimenti tra le RSF e le forze armate sudanesi (SAF), lasciando i civili intrappolati e in balia della violenza.

Da oltre un anno, la guerra tra i due eserciti ha devastato il Sudan, con Khartoum ormai saldamente sotto il controllo delle RSF, mentre il governo di fatto è stato costretto a spostarsi a Port Sudan, sulle coste del Mar Rosso. Questo conflitto ha lasciato circa 25 milioni di persone, metà della popolazione del Sudan prima della guerra, in un disperato bisogno di assistenza umanitaria urgente, secondo gli esperti delle Nazioni Unite.

Nonostante gli sforzi internazionali guidati dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita per facilitare i colloqui di cessate il fuoco a Jeddah, i tentativi di negoziato sono finora falliti. L’opposizione civile al regime del generale Abdel Fattah al-Burhan, leader delle SAF, si è frammentata e non è stata in grado di presentare una coalizione coesa per impegnarsi in trattative serie.

La situazione attuale riflette i risultati di tentativi falliti di pacificazione e di una risposta inadeguata ai primi segnali di crescenti ostilità. Mentre la comunità internazionale guarda con crescente preoccupazione alla crisi nel Sudan, la strada verso una soluzione pacifica sembra sempre più irraggiungibile.

Dato che i media e i vari raggruppamenti politico-studenteschi italiani si interessano e si accalorano solo per il Medio Oriente (Israele e Palestinesi), il resto importa sega, ricordare che ci sono altri conflitti a noi vicini e che impattano sull’Italia e l’Europa non è un optional: a buon intenditore poche parole.

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